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Chiesa di Santa Croce

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Basilica di S. Vincenzo
Cantù (CO)
Alta sul colle di Galliano (ora sobborgo di Cantù, ma in antico il rapporto era rovesciato), la basilica di San Vincenzo - la più rilevante testimonianza superstite degli inizi del nuovo linguaggio "romanico" in Lombardia - è indissolubilmente legata a una figura eccezionale di committente, di rango religioso e politico : Ariberto d'Intimiano,..che in qualità di "custode" dell'edificio ne promosse la ricostruzione (1004 circa- 1007), e da arcivescovo di Milano (1018-1045), per sottolinearne il rango di capopieve, vi affiancò la mole, compatta e incongrua, del battistero.
La prima basilica venne fondata con tutta probabilità intorno alla metà del V secolo. La collocazione cronologica è confermata dall'analisi dei resti delle antiche strutture, rinvenute perfettamente iscritte nella navata maggiore (1981), dalla presenza di alcune iscrizioni funerarie datate, nonché dalla dedicazione stessa a Vincenzo, santo spagnolo il cui culto è documentato a Milano in età tardoantica (basilica di San Vincenzo in Prato). Un sondaggio nel 1982 ha individuato resti di strutture con muratura in ciotoli a nord della basilica. Ulteriori scavi condotti nel 1999 nel battistero hanno consentito di individuare un complesso edilizio, con alcuni ambienti interni al perimetro, forse parte di una villa rustica già demolita in età tardoantica. Sembrerebbe dunque che la prima chiesa sia sorta in relazione a un insediamento romano.
La chiesa tardoantica venne completamente demolita e sostituita da un edificio a tre navate coperto a capriate, con il campanile iscritto nella nave maggiore e aderente alla facciata. Di tutto ciò è preziosa testimonianza la sintetica raffigurazione della basilica nel modellino offerto dallo stesso Ariberto nell'affresco del semitamburo absidale, sulla quale svetta appunto il campanile oggi scomparso.
Fonte: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO190-00101/

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Battistero di S. Giovanni
Cantù (CO)
Accanto alla Basilica, dedicata a San Vincenzo, sul colle sopra l'abitato. si ha l'edificio battesimale.. La sua erezione è contemporanea a quella dell'abside della Basilica, e la sua pianta manifesta la derivazione da quella del sacello di San Satiro in Milano. A Galliano compaiono però i matronei. Questi si affacciano sul vano centrale per mezzo di aperture scavate nel massiccio spessore. Lo schema del battistero è cruciforme; ad un vano quadrato, delimitato da quattro colonne isolate e da quattro archi perpendicolari che su di esse poggiano, sono addossate quattro ampie nicchie semicircolari. Si conclude con una cupola a spicchi La nicchia occidentale è aperta per ospitare l'ingresso, costituito da un locale coperto a crociera, a cui segue un vano più piccolo, rettangolare, che mette in comunicazione con l'interno vero e proprio, e dal quale si dipartono le scale d'accesso ai matronei.
Ariberto d'Intimiano, in qualità di "custode" della basilica ne promosse la ricostruzione (1004 circa- 1007), e da arcivescovo di Milano (1018-1045), per sottolinearne il rango di capopieve, vi affiancò la mole, compatta e incongrua, del battistero.
Stretta così il più possibile la forbice cronologica tra le presunte "fasi" della basilica, da ritenersi piuttosto momenti di un unico, articolato iter progettuale, va attribuita a un momento di qualche anno successivo la grandiosa fabbrica del battistero. Essa non pone problemi cronologici sostanziali, trattandosi di una struttura di progettazione ed esecuzione omogenee e unitarie, che si può ritenere eretta nel periodo in cui Ariberto occupava la cattedra ambrosiana (1018-45).
Fonte: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO190-00102/

2053675 MarelliMax

BASILICA DI SAN PAOLO
La chiesa di San Paolo risale alla fine dell' XI secolo ed è caratterizzata da schema a tre navate, con abside rivolta ad est e copertura con volte a botte, che, nella seconda metà del 1600, hanno sostituito l’originaria struttura a capriate lignee.

Dal sagrato è possibile accedere alla coeva cappella della Madonnina, piccolo edificio a pianta quadrata e facciata a capanna che svela all'interno la più antica raffigurazione del borgo di Cantù, risalente ai secoli XIII e XIV.

Dell' edificio originario restano, all'esterno, il basamento dell'abside centrale e le decorazioni ad archetti pensili sopra il protiro in pietra di Moltrasio.

Il campanile originariamente era la torre in pietra del castello Pietrasanta, edificato a difesa del colle più alto del borgo e venne completato con una cella campanaria in mattoni, a due piani, sormontata da un’alta cuspide cotto, su disegno di Pellegrino Tibaldi nella seconda metà del XVI secolo.
Risale al primo ventennio del Seicento il protiro su disegno di Pellegrino Ribaldi, che, fino alla fine del XXVIII secolo, è connesso ad un portico esteso per tutto il lato nord dell'edificio. Questa struttura è stata in parte demolita per l'inserimento del blocco quadrangolare corrispondente alla cappella del S. Crocifisso, edificata nel 1795 su progetto di Carlo Felice Soave.

Le vetrate della navata maggiore rappresentano invece i quattro santi canturini: Adeodato, Ecclesio, Manfredo e Savino - le cui spoglie ritrovate a Galliano nel 1584 sono state spostate a San Paolo in concomitanza con il trasferimento del Capitolo voluto dal cardinale Carlo Borromeo, che la fece diventare chiesa prepositurale, spostando la pieve da Galliano a Cantù.
FONTE: http://www.romanicomo.it/cantu.htm